In uno scenario di proliferazione di gruppi ispirati al modello “Templare”, occorre fare la necessaria chiarezza, per consentire, a quanti intendano intraprendere un percorso iniziatico di fede, di poter scegliere consapevolmente e con cognizione di causa il gruppo ove accreditarsi.
Una prima differenza è quella tra i Templari e gli ordini riconosciuti dalla Santa Sede e nello specifico il Sovrano Militare Ordine di Malta —ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta— e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Trattasi in questo caso di Ordini Equestri Crociati, che nulla a che fare hanno con i Templari, i quali ebbero dapprima il nome di Christi militia e poi, quando s’insediarono nel palazzo reale di Gerusalemme vicino al Tempio di Salomone, militia templi (per ulteriori approfondimenti consultare “la storia” nel sito).
Ulteriore e significativo elemento di distinzione tra l’Ordine del Tempio e gli altri Ordini era la “Regola”, un vero e proprio trattato, denominato “De laude novae militiae”, scritto da San Bernardo di Chiaravalle.
I Templari erano, quindi, monaci-combattenti, con un rigido regolamento da osservare, scritto da un santo e dottore della Chiesa.
Seppur con le dovute proporzioni, dettate dall’adattamento di regole oggi in gran parte anacronistiche ed incompatibili con l’attuale società, chi decide di essere un Templare deve, comunque, tenere a mente che l’onore ed il decoro sono più importanti della sua stessa vita.
Dopo questa breve premessa sulla scelta di un modello di vita non accessibile a tutti, occorre, poi, comprendere la natura e tipologia del gruppo templare in cui si vuole accedere, poichè ció incide sia sull’investitura del cavaliere, sia sulla sua vita all’interno del gruppo.
Il rituale dell’investitura di un Cavaliere Templare è un atto sacro, che richiede la “maestria’ di chi lo esegue.
Solo un Gran Maestro, dotato di legittimi poteri, puó conferire il titolo di Cavaliere ad un novizio. La legittimità dei suoi poteri è strettamente legata alla tipologia e legittimità del gruppo di appartenenza.
La prima domanda da farsi è, quindi, la seguente: “chi è il soggetto che mi nominerà Cavaliere”?
A questa domanda dovrebbero seguire le successive:”è un vero Gran Maestro Templare?” e “da dove provengono i suoi poteri?”.
I poteri di un Gran Mestro Templare derivano dalle sue linee di discendenza, che possono essere di tre tipi, e segnatamente di tipo
Templare, di tipo Apostolico e di tipo Monarchico-imperiale: sono queste le uniche linee di discendenza che legittimano un vero e proprio Ordine e lo distinguono da tutti gli altri gruppi o associazioni, che spesso si danno impropriamente il nome di Ordine.
La continuità di un Ordine, anche nel caso di risveglio, si fonda sulla successione di almeno una delle suddette tre linee di successione.
La linea di successione Monarchica -imperiale può essere tramandata e trasmessa nell’Ordine solo se acquisita in origine direttamente dal Principe Reggente di una casata reale o da un suo legittimo erede.
La linea di successione Templare può essere tramandata e trasmessa nell’Ordine solo se acquisita in origine direttamente da un Gran Maestro del Tempio, quantomeno del periodo “neotemplare”.
Infine, la linea di successione Apostolica. può essere trasmessa e tramandata attraverso i Vescovi di qualsiasi fede cristiana, come riconosciuto dal Concilio di Trento, secondo cui i Vescovi sono i successori degli Apostoli e il loro ruolo è istituito direttamente
da Gesù Cristo.
Attraverso la successione apostolica, che unisce i Vescovi di ogni tempo e di ogni luogo con la primitiva comunità cristiana di Gerusalemme e con il suo
fondatore Gesù, si trasmette il depositum fidei.
Se il lignaggio dell’Ordine è in regola, occorrerà poi controllare la continuativa trasmissione dei poteri dei suoi Gran Maestri, dall’ultimo al primo.
Tutti i gruppi privi di almeno una valida linea di discendenza e successione, pur in presenza della loro denominazione di Ordine, sono in realtà mere e rispettabili Associazioni, che utilizzano impropriamente rituali cavallereschi per dare ulteriore dignità ai loro associati; i cavalieri sono, quindi, i soci, i capitoli le assemblee, le ordinanze ed i decreti le decisioni del consiglio direttivo, i gran maestri i presidenti.
Non è, quindi, indubbio che un presidente di un’Associazione non puó essere un Gran Maestro, con i poteri di “far nascere un Cavaliere”da un uomo o da una donna, non avendo egli alcun valido lignaggio.
In questo ovviamente non c’è nulla di male, se i propositi sono onorevoli e cavallereschi, ma è doveroso conoscere la differenza tra un vero Cavaliere ed uno di “mero costume”.