Indipendentemente dall’autenticità o meno della Charta di Larmenio (molti storici affermano essere un falso storico), il 17° Gran Maestro dell’elenco dopo Larmenius (e 41° dalla fondazione dell’Ordine) fu il principe Filippo II, duca d’Orleans e reggente del trono del re Luigi XV; questi fu il primo, dopo de Molay, a ristabilire ufficialmente l’ordine nel 1705, dotandolo di statuti (Statuts des chevaliers de l’ordre du temple) e dandogli il diritto di aggiungere il titolo di “sovrano” nella propria dicitura, legittimando, quindi, pubblicamente l’esistenza del templarismo.
Guarda caso, secondo diversi esperti (basandosi sugli inchiostri utilizzati), la redazione della Carta di Larmenio risalirebbe proprio al periodo del Duca d’Orleans.
Eppure, solo 87 anni dopo, in piena Rivoluzione Francese, pareva che la linea si fosse definitivamente interrotta con la morte nel 1792 dell’ultimo dei gran Maestri della lista, il duca Louis Hercule-Timoléon de Cossé-Brissac, ucciso a Versailles dai giacobini, senza aver nominato il suo successore.